Il silenzio e le dimissioni Occhiuto mentre 1.500 lavoratori rischiano il posto di lavoro
Prima della seduta del Consiglio Regionale della Calabria, assieme ai colleghi di Opposizione, ho incontrato ed ascoltato i sindaci della valle del Mercure ed i rappresentanti sindacali riuniti in protesta nel sit-in davanti Palazzo Campanella.
Io sono con loro: abrogare la norma Laghi è la decisione più giusta, opportuna e coscienziosa, nel rispetto soprattutto di un territorio montano e periferico, quello del Parco Nazionale del Pollino, già ad alto rischio spopolamento.
Non dimentichiamoci che l’attività produttiva della centrale sorregge l’economia di ben 2 regioni come la Calabria e la Basilicata, garantendo un posto di lavoro a 1500 persone.
Il depotenziamento dell’infrastruttura energetica da 40 megawatt termici a 10, così come previsto dalla legge regionale della Calabria, mette a rischio la stabilità economica di questi operai e delle rispettive famiglie. Mi sarei aspettato la discussione in aula di questa tematica che rischia di diventare una vera e propria bomba sociale in un momento storico così complicato per l’economia
locale e nazionale, eppure oltre al silenzio assordante del presidente Occhiuto sulla vicenda che decreterebbe la morte dell’entroterra calabrese, lo stesso avrebbe anche rassegnato le dimissioni laddove la proposta del PD contro la norma Laghi venisse inserita all’ordine del giorno. Povera terra mia. È il caso di dire: oltre al danno anche la beffa! Ma questa battaglia non termina qui e non termina così, i lavoratori avranno il mio ed il nostro sostegno incondizionato.