I dati sono purtroppo impietosi e, secondo me, sono incontrovertibili. Quattro anni di governo del centrodestra in Calabria e abbiamo degli indicatori negativi purtroppo. Se prendiamo il dato dell’occupazione, che mi sembra molto paradigmatico, nel 2019 avevamo 539 mila occupati, dopo quattro anni ne abbiamo 529.000. Ci sono quindi 10mila occupati in meno dopo tutte queste annunciate riforme che sono state realizzate». A dirlo è stato Raffaele Mammoliti, consigliere regionale di minoranza in quota PD, oggi in una conferenza organizzata nella sede del partito a Lamezia Terme, insieme a Mimmo Bevacqua. L’occasione per presentare alcuni indicatori giudicati negativi e che riguardano, in particolare, il livello occupazionale e i dati demografici della Calabria.
Le riforme e i benefici sperati
Per Mammoliti, dunque, i numeri attuali «mostrano che l’utilizzo delle risorse, le riforme annunciate o eventualmente ancora da realizzare, non hanno determinato una ricaduta concreta sulle condizioni reali dell’economia calabrese». E, a proposito delle riforme, spiega: «È chiaro che le riforme per avere degli effetti di miglioramento dei servizi, delle prestazioni e della qualità della vita necessitano di un tempo più lungo, però il monito che io voglio lanciare oggi è che purtroppo questi dati ci costringono tutti ad interrogarci. Sia il governo ma anche l’opposizione e la classe dirigente, interroga il partenariato, perché noi abbiamo la disoccupazione più alta d’Italia, abbiamo i NEET, i giovani che non lavorano e che non studiano, con la percentuale più alta d’Italia». «E poi l’occupazione che è appena al 43%, in Germania siamo al 77%, in Italia siamo al 60%, sono tutti degli indicatori oggettivamente negativi che interrogano tutti quanti e la battaglia che bisogna fare è l’utilizzo proficuo delle risorse, delle consistenti risorse che ci sono per cercare di migliorare questi dati».
«Servono 10mila assunzioni»
Il consigliere regionale lancia poi la sua battaglia: «Per il 2024 bisognerebbe ripristinare i dati occupazionali pre-pandemia, quindi con l’assunzione di almeno 10.000 persone in Calabria e le condizioni secondo noi ci sono». Per Mammoliti non c’è un unico settore occupazionale più in difficoltà rispetto ad altri. «Anche la stessa sanità – ha spiegato – una riforma sulla quale Occhiuto si è speso moltissimo. I dati Gimbe e una serie di dati ci dimostrano chiaramente che le liste di attesa, la mobilità passiva non è che siano diminuiti. Vogliamo però dare il beneficio ancora del tempo ma è chiaro che, oggettivamente, questa condizione di miglioramento non si è avvertita come non si è avvertita su una serie di altri settori». Tra questi, nonostante gli ottimi risultati conseguiti e un modello esportato anche in Europea, Mammoliti indica la gestione degli incendi. «Stanno continuando ad agire sul versante dello spegnimento, noi invece stiamo proponendo che bisogna agire sul versante della prevenzione, quindi, bisogna assumere gli operai, i lavoratori, i tecnici, i professionisti per presidiare il territorio ed evitare l’incendio perché una volta che è partito, il danno è stato fatto».
La protesta a Roma
Tutto pronto, infine, per la grande mobilitazione di Roma per il prossimo 11 novembre. «Nelle rivendicazioni dell’iniziativa di Roma troviamo una serie di valutazioni positive, a partire dal contrasto delle politiche che il Governo nazionale sta mettendo in campo. Per noi è una grande occasione perché dalla Calabria ci sarà una straordinaria partecipazione, e da lì vogliamo lanciare la costruzione di un’alternativa reale nel Paese e in Calabria». «Nella nostra regione – conclude poi Mammoliti – ci sono oggettivamente degli elementi nuovi: se il presidente Occhiuto dovesse decidere alle Europee di candidarsi, oggi il Partito Democratico e il centrosinistra avrebbero degli elementi nuovi a partire anche da Reggio Calabria con il ripristino del sindaco Falcomatà che sarebbe nelle condizioni di costruire l’alternativa a questo Governo»