In ogni parte d’Italia si cerca di riorganizzare al meglio il servizio dell’emergenza urgenza e in molte regioni la situazione è decisamente migliorata, solo in Calabria la gestione del Commissario è riuscita a peggiorare, quando possibile, lo stato delle cose, riducendo il 118 a una sorta di taxi dei pazienti.
Ieri, durante il Simposio Nazionale Vibo Emergency Medicine si è parlato di “Futuro dell’emergenza fra crisi e riorganizzazione” e decine di colleghi si sono mostrati increduli e a tratti sbigottiti di fronte a certe affermazioni che, secondo lo Smi, mettono a serio rischio l’incolumità dei calabresi e non solo.
Alcuni relatori, infatti, hanno sottolineato che non ci sarebbe bisogno che la rete tempo-dipendente sia gestita da un medico sull’ambulanza (relatori Battistini, Profiti, Graziano) ma che con le nuove tecnologie infermieri scelti e formati (i nostri lo sono?) potranno essere autorizzati a usare protocolli d’intervento relazionandosi con il medico della centrale operativa.
Si è poi sostenuto, suscitando sconcerto, che medici formati e specializzati verranno scelti per essere assegnati alle automediche, mettendo di fatto in dubbio la competenza e la professionalità dei colleghi calabresi che ogni giorno salgono sulle autoambulanze per fare turni massacranti. Insomma, mentre altrove si risolve il problema assumendo medici, rafforzando le strutture e incentivando tutto il personale sanitario, come al solito da noi si escogitano stratagemmi incredibili per porre mano a un problema giunto a questo punto perché per anni nessuno ha trovato soluzioni serie ed efficaci. Intanto, mentre grandi menti disegnano soluzioni eccellenti solo in teoria (ci aspettiamo anche il ricorso all’intelligenza artificiale per sostituire i nostri colleghi) è arrivata un’estate con tanti turisti ma non siamo in gradi di tutelare la loro salute.
Ieri pomeriggio, tanto per cambiare, la postazione del 118 di Falerna è rimasta totalmente chiusa per mancanza di medici, autisti e infermieri. A questi problemi bisogna dare risposte concrete e non fare scelte cervellotiche”.