IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO CHE:
- la Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025), all’art.1, comma 557 e ss., prevede:
1) a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, il Ministero dell’istruzione e del merito (MIM) di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), entro il 31 maggio dell’anno solare precedente all’anno scolastico di riferimento, emanerà un decreto contenente i criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni e che nel Decreto verrà indicato il coefficiente, che non dovrà essere inferiore a 900 studenti e superiore a 1.000;
2) per i primi sette anni scolastici è prevista una riduzione graduale del numero di scuole;
3) per l’anno scolastico 2025/2026, la definizione di un contingente organico non dovrà essere, comunque, superiore a quello determinato sulla base dei criteri definiti nell’anno scolastico precedente. - in sostanza, per l’anno scolastico 2024/2025, saranno conferite in reggenza le istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 600 unità, ridotto fino a 400 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche;
- a queste scuole non potrà essere assegnato in via esclusiva un posto di direttore dei servizi generali e amministrativi;
- a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026, il contingente organico definito sulla base della nuova disciplina introdotta non superi il contingente determinato sulla base dei criteri definiti nell’anno scolastico precedente;
RILEVATO CHE:
- la situazione non è uniforme nel nostro Paese: in alcune regioni i nuovi parametri corrispondono alla situazione in atto, in altre la consistenza media degli istituti è molto più bassa; quindi, occorrerà correttivi che consentano di rendere sostenibile il percorso di riorganizzazione.
- il presidente dell’Anief, ha con chiarezza esplicitato che “il dimensionamento scolastico deve essere rivisto perché va contro le stesse linee guida del Pnrr che intendono superare il vecchio rapporto numero di alunni per classe per giungere a un servizio più legato ai risultati. Per garantire il successo formativo bisogna aumentare le sedi di presidenza drasticamente già ridotte di un terzo negli ultimi dieci anni nonostante rappresentino un presidio dello Stato e assegnare docenti alle classi in base ai reali fabbisogni e alle sfide educative”;
- i primi calcoli effettuati prevedono 140 fusioni in Calabria; – da qui a 8 anni, ne consegue, che saranno tagliati circa 600 istituti, mentre il numero degli attuali dirigenti scolastici sarà quasi dimezzato;
- la Regione Emilia-Romagna ha sollevato davanti alla Corte Costituzionale una questione di legittimità costituzionale perché ritiene che le norme siano lesive delle competenze regionali in materia di dimensionamento della rete scolastica, oltre che dei principi di leale collaborazione e sussidiarietà e di rispetto delle procedure di coordinamento Stato-Regioni in materia di scuola;
CONSIDERATO CHE: - la scuola va tenuta fuori dai vincoli di bilancio: è indice di scarsa lungimiranza tagliare sul sistema di istruzione, agendo sulla base di logiche evidentemente ragionieristiche; – nei prossimi dieci anni, entro il 2034, ci saranno 1,4 milioni circa di bambini e ragazzi tra i tre e i diciotto anni in meno: un calo di oltre 100 mila alunni l’anno;
- l’insieme degli studenti della scuola dell’obbligo non è solo un numero, corrisponde a giovani in realtà e condizioni molto diverse, a cui si può dare una risposta a partire proprio dalla dimensione delle classi;
- il calo demografico non si affronta tagliando i servizi ma intervenendo sugli sciagurati parametri introdotti dal DPR 81 del 2009 che, riformando, il DM 331 del 1998, innalzò i limiti per la formazione delle classi, portandoli, per infanzia e II grado, rispettivamente a 27 e 30;
- per una riforma credibile della scuola, occorre non solo tornare ai parametri e ai valori previsti nel 1998 ma, proprio in ragione della denatalità e del calo demografico, è necessario fissare parametri inferiori, tali che il numero di 20 alunni per classe risulti essere uno standard per il nostro Paese.
IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE
- ad attivarsi in tutte le sedi istituzionali per contrastare le norme nazionali predette inerenti il dimensionamento della rete scolastica, in ragione della valutazione secondo cui:
- non può essere un obiettivo dello Stato la riduzione del numero delle istituzioni scolastiche, perché in contrasto con i principi di ragionevolezza e di buon andamento dell’amministrazione;
- la scuola non può essere governata con criteri ragionieristici: i numeri sono persone cui garantire un diritto fondamentale, con particolare alle comunità più fragili residenti nelle aree, interne e non, a rischio spopolamento causa desertificazione dei servizi minimi capaci di garantire l’esercizio e il godimento dei diritti sostanziali di cittadinanza sanciti dalla Costituzione.
F.to Bevacqua, Graziano Hanno votato a favore i gruppi: FORZA ITALIA, FORZA AZZURRI, CORAGGIO ITALIA, FRATELLI D’ITALIA, LEGA SALVINI, UNIONE DI CENTRO, PARTITO DEMOCRATICO, MOVIMENTO 5 STELLE, MISTO.
Testo approvato dal Consiglio regionale nella 25^ seduta del 20 aprile 2023.