Alecci interviene in Consiglio regionale: “nella nostra regione ancora troppi gli elementi che confermano la mancanza di una guida adeguata della macchina amministrativa. Persistono differenze enormi a livello territoriale. Le lunghe liste d’attesa della Neuropsichiatria infantile certificano il fallimento”.
Sono d’accordo con il Presidente e Commissario ad Acta Roberto Occhiuto quando dice che la Calabria oggi ha bisogno di uno slancio d’orgoglio, di una nuova narrazione, quando dice che la Calabria, per quanto riguarda la sanità, deve avere l’ambizione di diventare una regione “normale”, come le altre regioni d’Italia. Ma, ad oggi, purtroppo non posso essere d’accordo con lui quando dice che quella intrapresa è la strada giusta.
Ho sempre voluto confrontarmi con la maggioranza di questa Regione in maniera costruttiva e mai strumentale o intellettualmente disonesta. Ma non posso ritenere affatto normale che nel cuore della nostra regione, a Chiaravalle Centrale si continui a svolgere l’attività sanitaria in una struttura non adeguata sismicamente, mettendo a rischio ogni giorno la vita di personale e pazienti, mentre a pochi metri da anni si attende l’ultimazione della nuova Casa della Salute che in nota ufficiale il dipartimento della salute della Calabria fissava per febbraio 2025 e di cui si scorgono a malapena le fondazioni. Non è normale che in un’area interna come quella di Serra San Bruno da anni si parli dei lavori del nuovo Pronto Soccorso (come è stato risposto ufficialmente anche ad una mia interrogazione), lavori mai partiti, con il reparto di emergenza-urgenza che ad oggi si regge sul lavoro di un solo anestesista che deve essere sempre reperibile per non mettere a rischio l’apertura stessa del reparto. Come non è accettabile che a Catanzaro, in quella Azienda Dulbecco che dovrebbe essere uno degli hub ospedalieri di riferimento del Meridione, è presente una PET che funziona un giorno sì e dieci no, con i pazienti che arrivano in ospedale e sono costretti a tornare a casa, mentre a Cosenza si acquista una TAC di ultimissima generazione con Intelligenza Artificiale, quasi a voler sottolineare come ci siano calabresi di serie A e serie B.
Gli esempi potrebbero essere decine e decine, partendo dai tantissimi episodi che accadono ogni giorno nei nostri nosocomi e che certificano la mancanza reale di una “guida” della macchina amministrativa. Ma c’è una cosa che non può essere assolutamente definita normale,e dimostra pienamente come la Sanità in Calabria sia oggi mortificata, perché riguarda i nostri figli, i nostri bambini. Mi riferisco alle liste d’attesa infinite riguardo i servizi di Neuropsichiatria Infantile. Ho toccato con mano attraverso una serie di incontri e sopralluoghi la disperazione delle famiglie di fronte alla prospettiva è di aspettare anche 3 o 4 anni prima della presa in carico dei loro figli, essendo così costrette a rivolgersi a specialisti privati o a recarsi in strutture fuori regione, con spese enormi che spesso non possono permettersi. Quando, in realtà, le diagnosi e le prese in carico precoci, in questi casi molto gravi, sono le uniche a poter dare buoni risultati.Il Presidente di una Regione dovrebbe agire da buon padre di famiglia, ma un padre che abbandona al proprio destino i propri figli è un padre che ha fallito.