La telemedicina rappresenta una risorsa fondamentale per il sistema sanitario calabrese, in grado di affrontare in modo efficace le criticità legate alle liste d’attesa e garantire un’assistenza sanitaria più accessibile e tempestiva. Ma qual è lo stato di attuazione generale della telemedicina in Calabria, in termini di infrastruttura regionale, servizi attivati e da attivare, localizzazione nei diversi territori e raccordo con la rete nazionale? A chiederlo, con richiesta di risposta scritta al Presidente della Giunta regionale, è la consigliera regionale del Partito Democratico, Amalia Bruni, che sollecita chiarimenti e informazioni dettagliate sullo stato di attuazione e sugli sviluppi futuri della telemedicina nella regione.
Con questa interrogazione, la consigliera intende sollecitare una maggiore attenzione riguardo ai ritardi e alle criticità legate all’utilizzo dei fondi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinati all’ammodernamento e all’implementazione dei servizi di telemedicina in Calabria.
“Il diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione italiana, impone un accesso universale e adeguato ai servizi sanitari. La telemedicina, come definita dal Ministero della Salute, rappresenta una delle soluzioni più promettenti per garantire un’assistenza sanitaria tempestiva e accessibile, soprattutto nelle aree più isolate e nelle situazioni in cui le liste d’attesa sono un ostacolo significativo”, si legge nell’interrogazione. “Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la Missione 6 ‘Salute’ dedica particolare attenzione alla telemedicina, con l’obiettivo di rafforzare la sanità territoriale e favorire un’assistenza più vicina ai cittadini. Tra le risorse messe a disposizione, vi è anche un milione di euro destinato a finanziare progetti che consentano interazioni medico-paziente a distanza, una misura che intende rispondere in modo efficace alle difficoltà emerse durante la pandemia”.