“Per riprovarci serve un processo diverso. Non ad architetture giuridiche ”
“Sono due i punti fermi dopo la consultazione referendaria sulla città unica di Cosenza. Il primo è il rispetto assoluto della volontà popolare che è stata chiara. Anche e forse soprattutto da parte chi, non comprendendo la strategicità del processo, non si è proprio recato alle urne. Il secondo punto fermo è il rimpianto di avere perso, tutti, una grande occasione”.
Così, in una nota stampa, i consiglieri regionali del Pd Mimmo Bevacqua e Franco Iacucci. “Rivendichiamo l’efficacia della nostra azione riformatrice in Consiglio regionale – continuano Bevacqua e Iacucci -. Ci siamo spesi per calmierare e calibrare gli effetti di una stortura legislativa che non ci è mai piaciuta. Ma da riformisti veri, con l’obiettivo di lavorare per una qualità migliore della vita dei cittadini, abbiamo preferito non gettare il bambino con l’acqua sporca. Troppo semplice, a volte, chiudersi nelle proprie convinzioni anche opportunistiche senza guardare oltre e cioè l’interesse collettivo. Rimaniamo convinti che la città unica rappresenterebbe per tutti una grande opportunità e per questo abbiamo lavorato in Consiglio per limitare i danni di una legge e di un metodo sbagliato e da noi non condiviso”.
“Ora ci si chiede se, come e quando riprovarci – spiegano i dem – Il Pd è disponibile ad ogni iniziativa che stavolta dal basso faccia rinascere il progetto, ma è contrario ad ulteriori architetture giuridiche improvvisate e insidiose. Ripetiamo ancora una volta: il voto dei cittadini è sovrano e va rispettato. Come gruppo saremo attenti e sensibili ad ogni fiammella che potrebbe riaprirsi per un dibattuto rinnovato e condiviso, altrimenti finiremmo con il rivedere un film già visto: un altro trionfo del campanilismo. Quello stesso – concludono Bevacqua e Iacucci – che ha condizionato pesantemente le libere coscienze presenti nei Comuni interessati”.