Il Consiglio Regionale,
Premesso che:
che il Decreto legge 25.05.2021, n. 73 recante “Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19, per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali” all’art. 50 ter “Assunzione di personale presso i Ministeri della cultura, della giustizia e dell’istruzione nelle regioni dell’obiettivo europeo ‘Convergenza’”, al fine di promuovere la rinascita occupazionale delle regioni comprese nell’obiettivo europeo «Convergenza» (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e migliorare la qualità degli investimenti in capitale umano, autorizzava il Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri a bandire procedure selettive per l’accesso a forme contrattuali a tempo determinato e a tempo parziale di diciotto ore settimanali, della durata di diciotto mesi, alle quali erano prioritariamente ammessi i soggetti già inquadrati come tirocinanti nell’ambito dei percorsi di formazione e lavoro presso il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell’istruzione;
che, sulla scorta della richiamata normativa, veniva indetta procedura selettiva pubblica per il reclutamento di 1.956 unità di personale non dirigenziale, a tempo determinato varie aree, per il Ministero della cultura, il Ministero della giustizia e il Ministero dell’istruzione;
che la procedura selettiva di cui sopra ha portato all’assunzione di 350 unità di personale, delle quali 280 solo in Calabria, presso le sedi periferiche del Ministero della Cultura;
di 427 unità di personale, delle quali 407 solo in Calabria, presso le sedi periferiche del Ministero della Giustizia;
di 393 presso il Ministero dell’Istruzione;
CONSIDERATO che il settore pubblico spesso ricorre a contratti di lavoro precario per mitigare gli effetti del blocco delle assunzioni e altre carenze di personale;
che, tuttavia, l’assunzione di lavoratori precari nella pubblica amministrazione costituisce una pratica di reclutamento che la Corte di Giustizia Europea ha ripetutamente giudicato abusiva;
che, dal punto di vista socio-economico, un lavoro precario mina la stabilità personale e crea numerosi danni ai lavoratori e alle loro famiglie;
che la precarietà impatta negativamente non solo sui singoli lavoratori, ma crea anche conseguenze negative per l’intera società, perpetuando un ciclo di instabilità e incertezza che ostacola il benessere collettivo;
che i lavoratori attualmente impegnati nelle regioni ad obiettivo “Convergenza” risultano oggi indispensabili al fine di assicurare il buon andamento della Pubblica Amministrazione in ragione dell’enorme mole di doveri cui i Ministeri sono sottoposti anche all’esito di tutti i progetti PNRR attivi sul territorio e alla forte carenza d’organico che solo in parte si sta colmando;
che, soprattutto in Calabria stante la forte crisi occupazionale ed il conseguente e progressivo spopolamento, la mancata stabilizzazione dei lavoratori in questione rappresenterebbe un danno non solo alle amministrazioni interessate, ma anche alla già precaria economia regionale. Tutto quanto sopra premesso e considerato, alla luce dell’esperienza acquisita e maturata in questi anni, tenuto conto della mancata proroga a legislazione vigente delle disposizioni in materia di stabilizzazione dei rapporti di lavoro a tempo determinato in tempo indeterminato, al fine di non disperdere l’esperienza acquisita che genererebbe un danno in termini di qualità del servizio pubblico, il Consiglio regionale
Impegna la Giunta regionale
ad attivarsi, anche presso la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato e le Regioni, al fine di sollecitare al Governo e/o al Parlamento l’adozione di provvedimenti utili ad avviare le procedure necessarie per la stabilizzazione e la contestuale trasformazione del rapporto di lavoro da part time a full time o, in subordine, alla proroga dei contratti in scadenza.
15/11/2024
R. MAMMOLITI, E. ALECCI