Il Consiglio Regionale,
Premesso che:
– si definisce “Carbonaio” il lavoratore che provvede all’accatastamento nella carbonaia, del legname proveniente dai tagli nei boschi, attende alle operazioni di combustione e raccoglie il carbone avviandolo ai suoi vari usi commerciali;
– il Carbonaio è un mestiere il cui lavoro e prodotto erano parte integrante della vita quotidiana della comunità calabrese di Serra San Bruno;
– i carbonai sono specchio di una tradizione che ha radici nel passato, divenendo un’arte tramandata di generazione in generazione;
– la tradizione dei Carbonai di Serra San Bruno risale a secoli fa, quando la necessità di ottenere carbone per il riscaldamento e la lavorazione dei metalli portò allo sviluppo di questa attività;
– nella “Nuova rivista forestale” del 1886, pubblicata a cura dell’Istituto forestale di Vallombrosa, si affermava che la popolazione di Serra San Bruno fondasse il proprio sostentamento sul lavoro nei boschi e sulla produzione di carbone vegetale da vendere ed esportare;
– il lavoro veniva portato avanti seguendo tecniche tradizionali. Il carbonaio riceveva in consegna un pezzo di bosco da un appaltatore e si obbligava a consegnare un dato quantitativo di carbone a un determinato prezzo e in un tempo stabilito. Si procedeva a tirare su il “pagliaio”, che per molti giorni sarebbe diventata l’abitazione del carbonaio e della sua famiglia. La legna raccolta veniva sistemata in forma circolare per realizzare la “carbonaia”, mettendo in basso i ceppi grossi e man mano la legna più piccola in alto. Al centro si lasciava una bocca circolare che serviva per accendere il fuoco e per far fuoriuscire il fumo. Il tutto veniva ricoperto di terra. La combustione all’interno degli “scarazzi”, somiglianti a piccoli vulcani, doveva avvenire senza fiamma, altrimenti la legna si sarebbe trasformata in cenere. Il piccolo vulcano nascente andava controllato e “civàto”, cibato, inserendo dal buco in alto nuova legna per mantenere il fuoco. Nella fase di “scarico” si buttava acqua sulla carbonaia e, rompendo il guscio di terra compattata, si estraeva il carbone. Considerato che: – oggi nelle contrade di Serra San Bruno l’attività di produzione del carbone secondo il metodo tradizionale è ancora praticata da alcune famiglie, come attestato da un reportage del quotidiano “la Repubblica” nel novembre 2015;
– numerose pubblicazioni, tra cui il libro di Antonio Dario Cozza intitolato “Carbonaie e Carbonai in Calabria. La Sila, il Vallo, Serra San Bruno” edito da Pubblisfera nel 2018, documentano che il mestiere di “carbonaio” costituisce una tradizione radicata all’interno dei territori calabresi, soprattutto nella località di Serra San Bruno;
– nell’ottobre 2023 andava in onda, all’interno della trasmissione televisiva “Striscia la notizia”, un servizio sull’arte millenaria dei “Carbonai” di Serra San Bruno, a riprova del fatto che quella dei carbonai oltre ad essere un’arte secolare, viene praticata ancora ai giorni nostri;
– a Serra San Bruno è in funzione la più grande carbonaia in pianta stabile, che consta di sei cantieri e trenta carbonai;
Impegna la Giunta regionale
– ad attivarsi per promuovere ogni azione utile al fine del riconoscimento dell’arte dei “Carbonai” di Serra San Bruno quale Patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO, finalizzato alla tutela e alla valorizzazione delle pratiche tramandate di generazione in generazione, che fornisce un senso di appartenenza sociale e culturale alla collettività, trattandosi di un mestiere ricreato dalle comunità e dai gruppi in stretta correlazione con l’ambiente circostante e la sua storia.
15/11/2024
E. ALECCI