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Autonomia differenziata, il gruppo del Pd in Consiglio regionale chiede lo stop definitivo. La Corte Costituzionale conferma tutte le nostre preoccupazioni: “Almeno adesso Occhiuto prenda posizione”

Il Gruppo del Pd in Consiglio regionale accoglie con soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’incostituzionalità di alcune disposizioni della legge n. 86 del 2024 sull’autonomia differenziata. Questa pronuncia rappresenta un’importante vittoria per chi, come noi, ha sempre sostenuto che l’autonomia differenziata, così come concepita, rischia di accentuare le disuguaglianze tra le regioni, penalizzando soprattutto il Sud e le aree più fragili del Paese.

“La Corte Costituzionale – prosegue la nota dei consiglieri dem – ha evidenziato che l’autonomia deve essere garantita nel rispetto dei principi fondamentali di unità della Repubblica, solidarietà tra le Regioni e uguaglianza dei cittadini. In particolare, sono state bocciate alcune norme che avrebbero permesso di modificare i livelli essenziali delle prestazioni (LEP) senza un’adeguata base legislativa, ma solo attraverso un Dpcm, e quelle che, con lo stesso sistema di delega, avrebbero consentito un sistema di fiscalità differenziata, rischiando di premiare le regioni più efficienti, penalizzando i territori in difficoltà, aggravando ulteriormente le disuguaglianze. Questa sentenza rappresenta una conferma dei rilievi che il Pd ha sollevato fin dall’inizio su questa legge, considerandola un pericolo per la coesione sociale e territoriale del nostro Paese e fortemente antimeridionalista, in perfetta sintonia con la linea della Lega e del governo di centrodestra. Il principio di autonomia non può e non deve trasformarsi in un elemento divisivo, che mette in secondo piano i diritti dei cittadini e le garanzie costituzionali”.

“La pronuncia della Corte – conclude il gruppo del Pd – deve aprire la strada a una seria riflessione politica: è necessario fermare questa scellerata riforma. Il nostro ringraziamento va alle Regioni che hanno inoltrato il ricorso davanti alla Corte, al contrario della Calabria di Occhiuto che ha deciso di obbedire ai comandi di Roma anche davanti a evidenti ripercussioni sui diritti fondamentali dei calabresi. Speriamo che almeno adesso il governatore prenda una posizione chiara, ferma e contraria rispetto alla secessione perseguita da Salvini”.  

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