Una delle contestazioni che più spesso viene mossa alla maggioranza di centrodestra dai banchi dell’opposizione in Consiglio regionale, oltre allo svilimento del ruolo dell’assemblea e dei consiglieri e dell’uso spregiudicato delle cosiddette “leggi omnibus”, è sicuramente quella relativa ad una presunta superficialità nella produzione delle leggi, quindi nella idea e dell’applicazione delle stesse, che coinvolgono direttamente i Dipartimenti interessati e gli uffici legislativi della Regione. Progetti di legge che una volta confezionati passano dalle Commissioni per il controllo definitivo e per ricevere il via libera per l’approvazione in aula.
È d’altra parte successo in diverse occasioni anche che alcune leggi, importanti e fondamentali per determinati settori strategici, sia stato necessario adeguarle alle prescrizioni del Governo, nel contesto del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni. Niente di scandaloso, se si considera che così non vengono impugnate ufficialmente, dando la possibilità alla Regione di riparare ad alcuni errori od omissioni.
I dem però questa volta provano a giocare d’anticipo – si potrebbe dire nel contesto del principio di leale collaborazione tra maggioranza e opposizione – depositando a Palazzo Campanella una proposta di legge a firma di Raffaele Mammoliti, che correggendo la norma approvata dall’assemblea nel corso dell’ultimo Consiglio regionale, richiama l’interpretazione autentica della Legge regionale 22 ottobre 2024, n. 34 sulle “Disposizioni per la proroga di graduatorie vigenti dei concorsi pubblici di enti e aziende del servizio sanitario regionale”. Con l’articolo 1 infatti il Consiglio regionale, al fine di assicurare la continuità del servizio sanitario regionale e l’efficienza amministrativa nonché garantire il buon andamento e il contenimento della spesa regionale, ha provveduto a prorogare di ulteriori ventiquattro mesi dalla scadenza l’efficacia delle graduatorie approvate nell’anno 2022 all’esito delle procedure concorsuali di enti e aziende del servizio sanitario regionale.
Secondo i dem la disposizione contenuta in quell’articolo rischia, «per come formulata», di essere sostanzialmente inapplicabile alla stragrande maggioranza delle graduatorie in questione in quanto, «benché l’articolo 1 faccia espresso rifermento alle graduatorie approvate nell’anno 2022, il titolo della legge circoscrive tale proroga alle sole graduatorie vigenti».
Esistono, infatti, graduatorie di concorsi pubblici di enti e aziende del servizio sanitario regionale che, seppur approvate nel 2022, non sono più in vigore alla data di entrata in vigore della legge regionale, in quanto scadute nel corso dell’anno 2024.
Per questo il Partito democratico ritiene necessaria una «interpretazione autentica» della legge che «chiarisca l’ambito di applicazione della disposizione normativa aderendo a quella che era la evidente ratio legis nonché la dichiarata volontà del legislatore».
La “correzione”
La correzione della norma confezionata dal centrodestra è contenuta nel primo dei tre articoli che compongono la proposta di legge a firma Mammoliti: l’art.1 contiene una interpretazione autentica dell’art. 1 della L. R. 34/2024 e nello specifico prevede che la Legge debba essere interpretata nel senso che sono prorogate di ulteriori 24 mesi tutte le graduatorie dei concorsi pubblici di enti e aziende del servizio sanitario regionale pubblicate nell’anno 2022 ancorché non vigenti alla data di entrata in vigore della stessa legge.
L’Art. 2 contiene la clausola di invarianza finanziaria; l’Art. 3 disciplina l’entrata in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale telematico della Regione Calabria.
Adesso non resta che aspettare la reazione della maggioranza che si vede bacchettata per una questione di forma e non di sostanza.