Al Presidente della Giunta regionale
Premesso che:
– la notte tra il 16 e 17 giugno scorso, al largo del Mar Jonio, un’imbarcazione partita dal porto di Bodrum in Turchia con circa 76 persone a bordo (di cui 26 minori) è naufragata a circa 120 miglia dalle coste della Calabria;
– la barca era rimasta alla deriva per diversi giorni, con uno scafo semi affondato, probabilmente a seguito dell’esplosione di un motore e, secondo le persone sopravvissute, diverse imbarcazioni sarebbero passate in quell’arco di tempo senza intervenire;
– la barca è stata soccorsa solo il 17 giugno dopo il lancio del “mayday” da parte di una nave francese che aveva intercettato il veliero affondato e sono state tratte in salvo e portate a Roccella Jonica 12 persone, tra cui una donna poi deceduta prima di arrivare a terra. Considerato che: – il naufragio del 17 giugno, al contrario di quello occorso a Cutro mesi fa, è stato completamente ignorato: nessuna camera mortuaria con file di bare ha occupato la televisione pubblica, nessun cordoglio delle istituzioni, nessun commento delle cariche di governo e dello Stato;
– appare evidente, per come evidenziato tra gli altri dal sito meltinpot.org, il tentativo del Governo italiano di frammentare il racconto di quanto accaduto (i sopravvissuti sparpagliati in diversi reparti di ospedali, i corpi distribuiti in diversi obitori di tutta la regione, i familiari disorientati dall’assenza di informazioni certe e i giornalisti allontanati dai luoghi dell’accaduto) al fine di evitare l’incontro e la coesione tra i familiari e la costruzione di un luogo unico di ritrovo collettivo, di condivisione e di preghiera, come era accaduto per Cutro dove il palazzetto dello Sport di Crotone aveva avuto la funzione non solo di camera mortuaria per le vittime, ma anche di luogo per famiglie e società civile di riconoscimento reciproco, di condivisione, di rivendicazione di diritti, di memoria collettiva;
– a Roccella Jonica quella che viene da molti definita la strategia della dispersione rappresenta la evidente volontà del Governo, posta in essere attraverso l’agire della Prefettura, di affermare una gestione dell’evento, della morte e dei corpi che eviti il piano pubblico, che impedisca la circolazione di notizie ufficiali, la visibilità mediatica e politica del naufragio;
– nonostante questo silenzio assordante, la sera del 22 giugno scorso una cerimonia interreligiosa organizzata dalla Chiesa locale ha attraversato il lungomare di Roccella Ionica fino a raggiungere il porto: centinaia di cittadini calabresi e diversi familiari delle persone decedute o scomparse nel naufragio hanno marciato con delle candele in mano fino al luogo di primo approdo dei corpi;
– esiste il timore fondato che l’attenzione su queste morti e su questi eventi cali rapidamente, complice l’occultamento politico e la mancanza di una presa di posizione e di una mobilitazione pubblica e che il silenzio più preoccupante non appaia più quello delle istituzioni, su cui si fonda la gestione migratoria di questi eventi, percepiti e raccontati come fatti di cronaca, ma quello dell’opinione pubblica sempre più abituata alla morte per mano delle frontiere. Tenuto conto che: – la trasmissione “Report”, alla quale va riconosciuto il merito di aver ricostruito le fasi di un naufragio che sembrava essere stato dimenticato, ha, tra l’altro, posto in evidenza il fatto che a gestire lo sbarco a Roccella Jonica fosse stata l’allora viceprefetto vicario della Prefettura di Reggio Calabria dott.ssa Maria Stefania Caracciolo e che la stessa dott.ssa Caracciolo a distanza di un mese viene nominata assessore regionale con deleghe importanti. Tutto quanto sopra premesso e considerato, il sottoscritto Consigliere regionale interrogano il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
– se e, nel caso, come la Regione è intervenuta nella gestione del naufragio di Roccella Jonica;
– se le vicende sopra evidenziate hanno contribuito a determinare la nomina ad Assessore della dott.ssa Maria Stefania Caracciolo.
29/10/2024
D. BEVACQUA, E. ALECCI, A. BRUNI, F. IACUCCI, R. MAMMOLITI, G. MURACA