“Da buoni medici non possiamo individuare la giusta terapia da mettere in campo se prima non condividiamo la diagnosi. Per deformazione professionale sono sempre partita dai dati, dai riscontri analitici, dagli indicatori: e sulla base di quelli che abbiamo a disposizione possiamo pienamente affermare che ormai da tempo il nostro Sistema sanitario nazionale attraversa la crisi più profonda dalla sua istituzione”. È quanto ha affermato la consigliera regionale del Pd Amalia Bruni, vice presidente della Commissione Sanità, intervenendo a Catanzaro al convegno organizzato dalla Federazione Cisl Medici sul tema “Sanità pubblica a rischio: priorità e sicurezza delle cure, quale riforma della colpa professionale medica?”.
“Il Forum delle 75 società scientifiche dei Clinici ospedalieri e universitari italiani – ha aggiunto Bruni – ha lanciato un appello con cui denuncia la carenza di personale, cittadini sfiduciati, emigrazione ospedaliera. È necessario aumentare la spesa sanitaria. Ad oggi siamo ben lontani dai principi ispiratori della legge 833/1978 con cui è stato istituito il Sistema sanitario nazionale: parliamo di una legge per cui si rende necessario un aggiornamento normativo alla luce della nuova domanda di salute e del mutato scenario sanitario. I commissariamenti e i piani di rientro sono sentenze di morte per il nostro sistema sanitario”.
“Per garantire risorse stabili e adeguate alla sanità – ha sostenuto la consigliera Bruni – sono imprescindibili due proposte nel quadro nazionale: l’innalzamento della spesa sanitaria almeno al 7,5% del Pil e il superamento dei vincoli attuali di spesa sul personale. La mancanza di risorse umane adeguate rende difficile gestire il carico di lavoro: il peso grava sugli operatori sanitari, considerati eroi durante la pandemia ma ora dimenticati. E nonostante l’urgenza di aumentare le risorse da mettere a disposizione del sistema sanitario, la Camera ha bocciato la proposta di legge della segretaria nazionale del Pd Elly Schlein sull’aumento delle risorse per la sanità: perché ‘senza copertura’, si è giustificata la maggioranza. Eppure con un’evasione fiscale di 90 miliardi e profitti esorbitanti delle aziende farmaceutiche non tassati, le risorse potrebbero essere reperite se ci fosse la volontà politica”. “Mancano i servizi, manca l’efficientamento, manca l’innovazione tecnologica, mancano investimenti in ricerca e formazione – ha detto ancora – ma mancano addirittura le cose più ovvie e indispensabili come i posti letto. Diminuisce anche il numero degli ospedali e in Calabria l’insieme della rete ospedaliera non offre le attività previste producendo una disarticolazione della risposta che spinge i cittadini verso la sanità privata. All’elenco delle carenze aggiungiamo la prevenzione, sempre poco rilevante nella programmazione socio-sanitaria registra inadeguate fonti di finanziamento: eppure il 60% del carico della malattia, in Europa e in Italia, è riconducibile a fattori di rischio che potrebbero essere modificabili con l’adozione di stili di vita salutari e una diagnosi precoce.È necessaria una mobilitazione collettiva che su più fronti possa spingere verso una presa in carico innovativa, misurata e determinante della sanità pubblica: se c’è necessità di tagli nel nostro Paese, tutto può essere toccato, tranne che la sanità”.