Al Presidente della Giunta regionale
Premesso che:
– l’art. 1, c. 5 del DL 19 maggio 2020, n. 34, recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19” convertito in legge 17 luglio 2020, n. 77, ha disposto l’introduzione dell’infermiere di famiglia o di comunità (IFC), al fine di rafforzare i servizi infermieristici;
– il DM. 23 maggio 2022, n. 77, sugli standard per lo sviluppo dell’Assistenza Territoriale ha previsto, all’interno delle Case della Comunità, la figura dell’Infermiere di Famiglia o Comunità. Il Decreto ha ridefinito il numero (uno ogni 3.000 abitanti) e le attività dell’infermiere di famiglia o di comunità;
– l’IFC è il professionista sanitario di riferimento che assicura assistenza infermieristica ai diversi livelli di complessità in collaborazione con tutte le risorse, formali e informali, della comunità in cui opera, in maniera proattiva e ponendo al centro la persona. L’obiettivo dell’IFoC è garantire l’integrazione interdisciplinare (sanitaria e sociale) dei servizi e dei professionisti e la risposta assistenziale ai nuovi bisogni sanitari, anche potenziali, della comunità;
– nel corso dello scorso anno, Agenas ha emanato le “Linee di indirizzo Infermiere di Famiglia o Comunità”;
– l’ultimo aggiornamento del documento di “Riorganizzazione della rete territoriale” della Regione Calabria, ha previsto questa figura;
– anche il PNRR, alla Missione 6 – Salute – Componente 1, ha dedicato particolare attenzione alla figura;
– nazioni come il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America utilizzano già da tempo figure professionali simili all’infermiere di famiglia, vedi il Public Healty Nurse per l’U.K. e il Family Nurse Pratictioner per gli U.S.A.;
– in alcune regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, ecc.) la figura dell’infermiere di famiglia o di comunità è già a regime, mentre in altre è in fase di sperimentazione. Rilevato che: – l’operato dell’IFC permetterebbe di: ridurre considerevolmente l’ospedalizzazione;
ricorrere inutilmente ai servizi di emergenza e urgenza;
valutare lo stato di salute e i bisogni della persona nelle diverse fasi della vita (adulta, infanzia, adolescenza), del contesto familiare e conoscere quelli di comunità;
promuovere interventi informativi ed educativi rivolti ai singoli, alle famiglie e ai gruppi, atti a promuovere modificazioni degli stili di vita, nonché molteplici altre attività atte al mantenimento e al miglioramento dello stato di salute dei cittadini. Considerato che: – sono indubbi i benefici apportarti dall’entrata in servizio di questa figura professionale, responsabile della gestione dei processi infermieristici in ambito familiare e di comunità, che opera in collaborazione con gli altri attori del team multi professionale (composto da MMG, PLS, Medico di comunità, assistenti sociali e professionisti della riabilitazione) e realizza un’assistenza di natura preventiva, curativa e riabilitativa differenziata per bisogno e per fascia di età. Tutto ciò premesso e considerato interroga il Presidente della Giunta Regionale, anche in qualità di Commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dai disavanzi del Sistema sanitario nella Regione Calabria per conoscere:
Per sapere:
– quali azioni la Regione ha adottato o intende assumere volte all’effettivo utilizzo della figura professionale dell’Infermiere di Famiglia o di Comunità (IFC).
14/05/2024
E. ALECCI