«Dopo gli eventi alluvionali che hanno colpito l’Emilia prima e la Toscana dopo, sarebbe stato sbagliato che una classe dirigente attenta, responsabile e matura non si fosse interrogata sui rischi e le fragilità presenti nella nostra Regione mentre ci attende la sfida legata al cambiamento climatico».
Così il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua che ha ringraziato il presidente Mancuso per avere accolto la proposta dei dem di avere una discussione in Aula sulle strategie da adottare per fronteggiare i cambiamenti climatici e salvaguardare ambiente e territorio. Bevacqua ha poi espresso apprezzamento, a nome del gruppo, in ordine alla disponibilità espressa dal governatore Occhiuto sulla proposta di legge istitutiva dell’Osservatorio sui cambiamenti climatici, depositata dai dem durante gli scorsi giorni, e sul progetto di legge “TerraFerma”.
«La nostra idea di depositare una proposta di legge sull’istituzione di un Osservatorio regionale va proprio in questa direzione. Sintetizzandone i contenuti – spiega Bevacqua – crediamo che la politica, le comunità, i territori abbiano bisogno di un quadro di indirizzo regionale fondato su dati certi, costanti e opportunamente elaborati. I temi legati al consumo di suolo zero e alla rigenerazione urbana devono diventare centrali nelle nostre iniziative legislative. Così come è fondamentale individuare le priorità da affrontare e le risorse necessarie da investire a partire dai fondi del Pnrr e del Por».
«La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che è poi la traduzione in termini nazionali delle priorità dettate dall’Agenda 2030 – prosegue il capogruppo il dem – evidenzia come il dissesto idrogeologico si combatta creando comunità e territori resilienti, promuovendo il presidio e la manutenzione del territorio. Sono le stesse identiche parole che hanno ispirato qualche anno fa il nostro progetto di legge denominato “TerraFerma-Montagna Solidale”. L’idea è limpida: dare modo alle comunità di risiedere nelle aree più a rischio per garantirne la costante e formata manutenzione. Non si può, dunque, perdere altro tempo per aprire una forte interlocuzione con il Governo nazionale sulla necessità di garantire in queste aree i servizi primari quali scuole, poste e caserme. Oltre ad incentivare l’utilizzo di alcuni strumenti come il south working che favorisce la permanenza di giovani in questi territori, frenandone lo spopolamento».