Il gruppo del Pd: «Leoni da tastiera ma impauriti in Aula. I capigruppo di centrodestra provino a riacquistare dignità e autonomia nell’esercizio delle loro funzioni invece di voler mettere il bavaglio all’opposizione»

«Leoni da tastiera, ma impauriti in Aula. I consiglieri regionali di centrodestra, telecomandati da Occhiuto anche nel tenore delle proprie dichiarazioni a mezzo stampa, si lasciano andare ad accuse incomprensibili nei confronti del Pd invece di concentrarsi sul modo con il quale stanno esercitando il proprio ruolo istituzionale».
A sostenerlo è il gruppo del Pd di palazzo Campanella dopo le esternazioni dei capigruppo di maggioranza all’indomani dell’approvazione della legge di riforma dei Consorzi imposta dal governatore senza alcuna forma di concertazione e senza neanche il consenso dell’intero centrodestra.
«Il governatore ha dovuto, fintamente, minacciare le dimissioni per rimettere in riga quei consiglieri di centrodestra, che soltanto lontano dall’Aula e dalle dichiarazioni ufficiali, avevano provato a manifestare il proprio dissenso per una riforma discutibile nel merito e nel metodo e la cui reale applicazione sarà tutta da verificare. In ogni caso – prosegue la nota stampa a firma del gruppo del Pd – è bastata soltanto la minaccia per fare rientrare tutti nei ranghi e fare alzare la manina ai soldatini del centrodestra che non riescono neanche ad esprimere la più debole critica nei confronti dell’operato del sovrano assoluto. In una situazione del genere si esaltano, a comando e con una nota suggerita dal manovratore, per avere approvato una legge “senza il voto del Pd”, scordandosi che il Pd è all’opposizione e si tratta di una dinamica più che normale. In pratica vorrebbero mettere il bavaglio anche all’opposizione che non sarebbe più libera di esprimere critiche e rilievi all’operato dell’uomo solo al comando. Più che occuparsi di come l’opposizione svolge il proprio ruolo i consiglieri di centrodestra provino a riacquistare dignità e autonomia nell’esercizio delle proprie funzioni chiedendo, almeno, che vengano rispettati i regolamenti, il funzionamento delle Commissioni e la normale agibilità democratica delle Istituzioni che mai è stata calpestata come in questa legislatura».
«A questo centrodestra – proseguono i dem – di passivi obbedienti all’unisono, appare del tutto normale che il presidente della Giunta ritiri verbalmente in Aula la questione di fiducia: fuori tempo massimo perché, nel frattempo, non è stato possibile presentare emendamenti che non risultassero graditi alla ghigliottina personale del presidente della Giunta. Come se non bastasse, è stato proprio il Pd a presentare con tre mesi di anticipo una proposta di legge sui Consorzi, frutto dello studio di esperti e della discussione con i territori: ma, stranamente, la Commissione competente non ne ha mai calendarizzato la discussione. Altro che slogan e populismo: noi presentiamo proposte e le costruiamo insieme a coloro sui quali queste proposte vanno ad incidere. Si chiama condivisione, democrazia partecipata: merce rara dalle parti del centro destra. E non ci si venga a dire che la cosiddetta riforma consortile è sostenuta dalle necessarie risorse: appena 18 milioni per il prossimo triennio; insufficienti perfino a coprire le spese per il personale. La verità è che tutto appare congegnato per le dirette facebook: io sono, io faccio, io agisco. A noi piace, invece, usare il verbo governare non comandare: perché l’ansia delle prestazioni potrebbe provocare altri danni al già debole e fragile tessuto calabrese. Il tempo è galantuomo e gli anni a venire diranno chi avrà ragione. Ma almeno lasciateci svolgere il nostro ruolo, perché non abbiamo nulla da imparare da chi calpesta quotidianamente i ruoli e le funzioni spettanti ad ogni organismo democraticamente eletto».

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