Bevacqua: «Il report Gimbe boccia il sistema sanitario regionale. Serve una presa di posizione chiara e netta della classe dirigente e lo stop immediato all’autonomia di Calderoli».

«Il sistema sanitario regionale calabrese è “inadempiente” (la definizione è tecnica, purtroppo, e non mediatica) nella prevenzione, nell’erogazione di servizi ospedalieri e in quelli distrettuali. Le cosiddette griglie Lea, i servizi minimi di assistenza, lo “stato di salute” della nostra sanità. Il report di Gimbe, con elaborazione dati del ministero, è impietoso e conferma quanto sia lontana la Calabria dallo standard di civiltà del Centronord del Paese. Ecco perché chiediamo ancora una volta, e a gran voce, che si sospenda il progetto di autonomia differenziata. E’ del tutto evidente che il decreto Calderoli determinerebbe una catastrofe per la Calabria».

Così, in una nota, il capogruppo Pd in consiglio regionale Mimmo Bevacqua. «Con una sorta di “sanatoria” a saldo e stralcio – continua Bevacqua – il governo sta lavorando ad una nuova piattaforma, una nuova griglia di valutazione dei servizi minimi di assistenza sanitaria. Con il passaggio dai Lea ai Lep, che poi significa ripartiamo da zero e chi s’è visto s’è visto, si verrebbe a determinare una situazione nella quale soltanto le regioni virtuose continueranno ad erogare servizi minimi di qualità. Come evidenzia la stessa fondazione Gimbe, del resto – prosegue Bevacqua-, si sta procedendo speditamente all’isolamento di una parte del Paese (il Mezzogiorno con Calabria in testa), con la sua popolazione costretta a emigrare o ad accontentarsi di servizi minimi ormai irrecuperabili al cospetto di quelli offerti dal Centronord, ormai consolidato verso una qualità stratificata. Un quadro allarmante per la Calabria che richiederebbe uno sforzo unitario da parte di tutta la classe politica universalmente considerata, senza distinzioni di partito. Gli indicatori su base 2020 e 2021 segnalano una Calabria ampiamente in coda nell’erogazione dei servizi minimi. Anche in un quadro complessivo e nazionale di ripresa dei Lea, generato dall’uscita dalla pandemia, la Calabria è quella che cresce meno in rapporto alle altre al punto da risultare ancora “inadempiente” in tutti e tre i parametri di riferimento. Ma il peggio purtroppo deve ancora venire se dovesse andare in porto in ogni sua dinamica la riforma Calderoli. Ecco perché chiediamo ancora una volta che la rappresentanza politica calabrese faccia quadrato contro il progetto del governo centrale. Spiace constatare – conclude Bevacqua – che il commissario e presidente di Regione Roberto Occhiuto non abbia ancora preso una posizione netta e chiara sul punto, avallando di fatto l’autonomia differenziata. Si ha il coraggio e l’autonomia politica di ammettere che con il disegno Calderoli i calabresi non avranno mai più garantito il diritto alla salute nella propria regione? Occhiuto ha questo coraggio e questa autonomia?».

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