L’approccio prudenziale della manovra da 5,8 mld, non è certamente sufficiente ed in grado di affrontare da sola con la dovuta efficacia gli aspetti inediti del contesto economico, sociale e produttivo della nostra Regione. In tale direzione sarebbe stato auspicabile che nella sessione di bilancio fossero audite le forze sociali e produttive. Soltanto attraverso l’utilizzo proficuo e coerente delle risorse disponibili –appena 773 mln di Euro -pari al 13,3% iscritte in bilancio, le risorse della programmazione 2021/2027, le risorse del PNRR, sarà possibile fronteggiare la drammatica situazione sociale, occupazionale e produttiva, che a partire dal 2023 rischia inevitabilmente di aggravarsi. Basti tenere in considerazione l’aumento del costo dell’energia e l’aumento del costo delle materie prime oltre ad alcune scelte del Governo nazionale, come il ridimensionamento del reddito di cittadinanza, per comprendere il reale rischio di una grave e drammatica crisi produttivo-occupazionale. Se non saranno garantite le risorse necessarie ai lavoratori forestali, al trasporto pubblico locale, per sostenere la stabilizzazione del diffuso precariato e per limitare i danni conseguenti alla diminuzione della platea dei percettori del reddito di cittadinanza, che coinvolge oltre 200.000 calabresi, anche la tenuta democratica della nostra Regione rischia di essere messa a dura prova. In tale direzione, la descrizione del quadro delle politiche che la Giunta regionale (DEFR), intende implementare per il raggiungimento del Programma di governo presentato lo scorso 14 Dicembre 2021, dal Presidente Occhiuto, non appare sufficientemente adeguato, soprattutto in riferimento alla soluzione prevista del bacino del precariato. Pertanto si sollecita l’attuazione e l’impegno assunto all’unanimità dal Consiglio regionale nella seduta del 23 Dicembre 2021, dell’Ordine del Giorno presentato dal sottoscritto, che prevedeva la realizzazione di un Piano Straordinario del Lavoro. Solo garantendo la dignità del lavoro, la Calabria potrà offrire risposte adeguate ai tantissimi giovani diplomati e laureati che sono costretti ad emigrare non solo fuori dalla Regione ma addirittura fuori dall’Italia.